La fine delle sabbie
Da qualche tempo leggo e accumulo articoli dedicati alla sabbia. Ne sono usciti parecchi negli ultimi anni e tutti contengono un avvertimento: la sabbia sta finendo. Si tratta di un tema ambientale molto serio e articolato, dato che si parla tanto di geologia quanto di mafie e corruzione a livello globale. Se gli argomenti in grado di coinvolgere innumerevoli aspetti delle attività umane sul pianeta vi affascinano, be’, la sabbia è l’argomento che fa per voi.
Ad ogni modo, la questione non è semplice come potrebbe sembrare. Per prima cosa non esiste una sola sabbia, ma nel mondo se ne possono trovare diverse tipologie. Alle diverse tipologie corrispondono diversi impieghi. L’inghippo sta proprio qui: di sabbia sulla Terra ne abbiamo davvero tanta, ma quelle che possiamo utilizzare per impieghi specifici (fare il vetro e il calcestruzzo, costruire chip informatici…) potrebbero presto iniziare a scarseggiare. A questo si aggiungono diversi problemi dovuti a estrazione, commercio e utilizzi.
Due libri per capire
Ho scritto un articolo sulle sabbie per La Lettura del Corriere della Sera. Di recente sono usciti due libri che, in modo diverso, trattano il tema. Il primo è un saggio, scritto dal giornalista Vince Beiser: Tutto in un granello (Aboca Edizioni, 2020). Il secondo è invece un romanzo, scritto dalla scrittrice e giornalista che ha tradotto il saggio di Beiser, Laura Calosso: Ma la sabbia non ritorna (SEM, 2021).

Il link
Su YouTube potete vedere, in inglese, il documentario Sand Wars (2013).



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