Pantera, non leopardo
Fino a poco tempo fa eravamo soliti chiamarlo leopardo delle nevi. Per gli scienziati il nome era Uncia uncia. In seguito ad alcune analisi genetiche si è però scoperto che il leopardo in realtà è una pantera (genere Panthera). Per cui, ecco il cambio di nome: Panthera uncia, la pantera delle nevi. Comunque lo si chiami, è il felino più schivo del mondo, che abita le alture di diverse aree montane dell’Asia centrale e, in particolare, dell’area tibetana.
Si tratta di un animale a rischio di estinzione. Non esiste una stima esatta di quanti siano le pantere allo stato brado, perché è una specie molto difficile da tenere sotto controllo ed enumerare tramite censimento. Secondo stime datate nel mondo potrebbero esserci circa 5000 pantere, ma il numero potrebbe essere molto diverso. A prescindere dal numero esatto, si tratta di un animale assai difficile da incontrare, tanto che negli anni è diventato un vero e proprio simbolo di elusività.
Fotografare la pantera
Sono un grande fan dei libri di Sylvain Tesson. Lo scrittore francese ama viaggiare e adora raccontare la natura. I suoi libri sono resoconti di viaggio pieni di storie, riflessioni e curiosità. Riescono a essere profondi senza essere noiosi o pretenziosi. Mi piacciono un sacco. Per questo motivo non ho resistito molto quando ho saputo che Sellerio stava per pubblicare il suo nuovo lavoro: La pantera delle nevi (qui la scheda).
Tesson ha seguito il fotografo francese Vincent Munier sull’altopiano del Qiangtang, in Tibet. Lassù, a 5000 metri di altitudine, scrittore e fotografo si sono appostati per attendere l’apparizione della pantera delle nevi.
Per La Lettura del Corriere della Sera che trovate oggi in edicola, ho scritto un breve intervento nel quale ragiono sullo stile fotografico di Munier, che Tesson descrive nel dettaglio nelle pagine del suo reportage.
Il link
Oggi vi lascio il link a un video in cui è possibile ammirare alcune riprese delle pantere delle nevi. Basta cliccare qui.