Benvenuti al secondo appuntamento con la rubrica di recensioni *123*, nella quale vi elenco tre motivi per leggere un libro. Una recensione breve, semplice e diretta.
Come da titolo, il romanzo di cui vi scrivo oggi è Sirene di Laura Pugno. Si tratta di una riedizione, in quanto il titolo in questione è uscito nel 2007 per Einaudi. Adesso Marsilio lo ha riportato nelle librerie (qui) dopo che l’autrice è finita nella cinquina del Premio Selezione Campiello 2017 con il romanzo La ragazza selvaggia (anche questo pubblicato da Marsilio, qui). L’autrice non è certo una novellina, ha pubblicato lavori in prosa e in versi per numerose case editrici, fra cui Minimum Fax, Nottetempo, Ponte alle Grazie, Perrone. Nata a Roma, oggi dirige l’Istituto Italiano di Cultura a Madrid.
1. Sirene. Le sirene di Laura Pugno mi sono piaciute molto. Sono esseri particolari, che l’umanità ha “schiavizzato” dopo averle scoperte nelle profondità marine. Sono animali acquatici simili a lamantini e dugonghi (che manco a farlo apposta nella biologia reale appartengono all’ordine dei sirenii), che vengono allevati per essere macellati; in alcuni casi, esemplari femminili particolarmente umanoidi possono finire nei bordelli… già, perché nel mondo di Laura Pugno le sirene sono anche oggetto delle attenzioni sessuali degli umani.
2. Sole nero. In Sirene la Terra è un gran casino. Sarò sincero: nulla di particolarmente interessante per quanto riguarda ambientazioni e cataclismi vari, tuttavia il cancro nero che miete vittime umane a non finire è piuttosto suggestivo. Il romanzo deve molto a manga, anime e all’immaginario tipico della fiction dell’Estremo Oriente; ne verrebbe fuori un gran bel prodotto, che scommetto potrebbe fare la gioia di molti otaku (il mix, in fondo, è perfetto: mafia, futuro apocalittico, nuove specie, ibridazioni, epidemie a dir poco devastanti… insomma, è tutto pronto!).
3. Linguaggio. Il linguaggio che Laura Pugno utilizza è molto interessante e, forse, il comparto lessicale è quello in cui si riscontra la maggiore originalità. Si tratta di un minestrone i cui componenti arrivano da numerosi universi, anche molto distanti fra loro. Abbiamo in primo luogo la biologia e la scienza o pseudo-tale (smegma madreperlaceo, lattesperma, fototipo, barriera di specie, eccetera, gommacciaio), poi i termini anglosassoni che conferiscono al testo un appeal estremamente tecno-scientifico e futuristico (Underwater, skin scan, scrub, newskin, alghe silver, eccetera) e infine parecchi riferimenti alla cultura orientale e giapponese in particolare (sashimi, neoyen, yakuza, bento box, kanji makka, kami, eccetera – compresi i nomi dei personaggi). Insomma, un salto da quelle parti sarà anche pericoloso, ma potrebbe essere divertente!
Una citazione (che mi ricorda: trascorsi universitari e la lettura di Spillover; qui).
Confusi ricordi delle lezioni di biologia elementare riaffiorarono nella mente di Samuel. Specie diverse – uomo e sirena – non si ibridano, o l’incrocio è sterile, come tra asini e cavalli. Ma la mezzoalbina era gravida. Il mondo, o la scienza, stavano cambiando. Il suo sperma era buono come quello di un maschio di sirena, aveva superato la barriera di specie.
⇒⇒⇒ La scheda del romanzo la trovate qui. Costa 14 euro ed è lungo 134 pagine.

Scrivi una risposta a #Bios – Cinque libri per gli oceani – La Linea Laterale Cancella risposta