Plastica e futuro: un’intervista a Nathalie Gontard

Non è l’ennesimo libro sulla plastica

La Lettura del Corriere della Sera mi ha chiesto di intervistare Nathalie Gontard, fra le persone più preparate al mondo su un argomento di cruciale importanza: la plastica. Direttrice di ricerca all’Inrae di Parigi, l’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente, è stata anche consulente per l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Il suo laboratorio tenta di creare materiali alternativi, che possano sostituire la plastica. Il suo libro, che in Francia ha riscosso notevole successo, arriverà in Italia questa settimana. Si intitola C’è vita senza la plastica. Perché farne a meno prima di morire soffocati. È stato scritto insieme alla giornalista Hélène Seingier; l’edizione italiana è realizzata da EMI.

Il libro mi ha sorpreso, perché non è l’ennesimo libro che parla “soltanto” di quanto sia urgente il problema della plastica, della necessità di eliminarla dalla nostra vita e dei materiali sostitutivi. È invece un libro che parla di Nathalie Gontard e della plastica, del loro rapporto, della vita che questa ricercatrice ha dedicato a questo strabiliante materiale che abbiamo imparato a temere. Aneddoti personali, idee, sconfitte, prospettive, battaglie. C’è un po’ di tutto, e non mancano ovviamente sezioni più tecniche, in cui l’autrice spiega la natura della plastica, le diverse tecniche di riciclaggio e le possibili alternative. Un bel libro insomma: godibile, chiaro e molto utile.

La copertina dell’edizione italiana del libro.

L’intervista

L’intervista sarà pubblicata sul numero de La Lettura in edicola da domani con Il Corriere della Sera (ed è già disponibile oggi, per gli abbonati alla app). È stata una bella chiacchierata: mi sono divertito, perché l’autrice è molto simpatica, e ho imparato diverse cose. Per esempio che esistono migliaia di tipi di plastica: questo fa sì che ogni tipo debba essere trattato in un modo ben preciso quando diventa un rifiuto! Poi ho capito la sottile ma determinante differenza fra recycling e downcycling, un punto davvero fondamentale se si vuole capire l’aspetto critico del riciclaggio della plastica. Potete dare un’occhiata qui se vi interessa il tema.

Portrait de Nathalie GONTARD, chercheuses dans l’UMR Ingénierie des agropolymères et technologies émergentes (IATE) à l’Inra de Montpellier

L’intervista è stata preparata perché da domani entrerà in vigore una direttiva UE molto discussa: quella sulla plastica monouso (viene detta direttiva SUP, da Single Use Plastics, ma ufficialmente si chiama direttiva europea 2019/904). Nathalie ha espresso alcuni dubbi su questa direttiva, che mette al bando oggetti di plastica come cotton fioc, cannucce e stoviglie. L’intento è ovviamente ottimo (eliminare il singolo utilizzo di prodotti di plastica), ma alcuni aspetti del testo hanno destato qualche malumore (se ne parla anche qui).

Il link

Se masticate bene il francese, qui c’è una bella intervista a Nathalie Gontard.

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