Un reportage sulla peste nera
Klaus Bergdolt è uno storico della medicina tedesco. Oltre ai segreti della medicina di Ippocrate e Galeno, ha studiato anche l’arte del Trecento e la poesia italiana del tardo Medioevo, Petrarca in particolare. È stato proprio il poeta toscano a indicargli la via: approfondire la grande epidemia di peste che dal 1347 al 1351 devastò l’Europa arrivando dalle steppe asiatiche lungo la via della seta. Pochi si ricordano che Petrarca fu un grande testimone della peste, epidemia che uccise anche la sua amata Laura ad Avignone.
La grande pandemia (edito da Libreria pienogiorno, traduzione di Anna Frisan e postfazione di Alessandro Barbero) è il risultato di quegli studi. Un libro che è uno straordinario “reportage” sul tremendo avanzare della peste in Europa. Come reagirono le città italiane? Che cosa spinse numerose persone a diventare flagellanti? In che modo i medici del tempo provarono a fermare l’epidemia? Perché in alcune zone la peste esacerbò le violenze, in particolare nei confronti degli ebrei?

Un’intervista su La Lettura
Ho intervistato Klaus Bergdolt per La Lettura del Corriere della Sera. Leggere il suo libro è stato un salto indietro nel tempo, un’immersione totale in un mondo lontano dal nostro che fu vittima di un’epidemia che investì ogni attività umana e quasi ogni regione d’Europa. È stato incredibile leggere delle misure adottate da città come Venezia e Pistoia, così simili a quelle odierne per limitare la diffusione di Sars-CoV-2.
Ma forse la parte più interessante è il racconto di ciò che successe negli anni successivi, quando la peste scomparve progressivamente (per poi ripresentarsi diverse volte più tardi). Bergdolt dipinge un’Europa svuotata, affossata da una crisi che era già presente prima dell’arrivo del morbo. È sicuro che la peste nera contribuì a modificare radicalmente diversi assetti del tempo, spingendo il continente verso la fine del Medioevo.

Il link
Per voi la descrizione dell’affresco noto come il Trionfo della morte, conservato nella Galleria Abatellis di Palermo e datato 1446/1450 circa.