Lovecraft: uno scrittore di racconti
Per quanto mi riguarda, Lovecraft è uno scrittore di racconti. Punto. Trovo che sulla lunga distanza il suo stile (quello che Stephen King si diverte a prendere in giro in On Writing) diventi pesante e, a tratti, indigeribile. Al contrario, la brevità rafforza l’orrore insito nei suoi testi e nell’universo alienato e sconvolto che ha creato.
Non si è mai smesso di parlare di Lovecraft, ma nell’ultimo anno se ne è parlato più di prima, complici diverse contingenze. Io sono tornato su alcuni dei suoi racconti dopo aver letto il bel libro di Mark Fisher, The Weird and the Eerie (Minimum Fax), in cui Lovecraft ricopre un ruolo di primo piano, quasi fosse un vero e proprio creatore del weird in letteratura. Ma si è parlato e scritto dello scrittore di Providence anche per via della serie TV Lovecraft Country, trasmessa da HBO e basata sull’omonimo romanzo di Matt Ruff (che non ho letto).
Per chi volesse leggere una bella analisi su Lovecraft, rimando all’articolo scritto da Dario De Marco per La Ricerca. Lo trovate qui.
Passiamo alla classifica.

La classifica
5. Il modello di Pickman
Arte e mostruosità, reale e onirico, pazzia o genio. Non è Il ritratto di Dorian Gray, ma un racconto di Lovecraft che mi è sempre piaciuto perché raccolta qualcosa di comune, di vicino, di meno alieno (weird?) rispetto ad altri testi. Ha battuto altri racconti per le ultime cinque righe che, non so perché, mi sono sempre piaciute un mondo.
4. Dagon
L’orrore che porta alla pazzia e al gesto estremo. Questo è Dagon, resoconto dell’esperienza allucinata di un sopravvissuto a un naufragio. Vince perché il racconto di ciò che il protagonista ha visto in mezzo al mare, mentre era alla deriva è nella sua semplicità orrorifica fra le migliori cose vergate dal maestro di Providence. Provare per credere. Quella mano!
3. I topi nel muro
Questo racconto è sempre riuscito a impressionarmi, fin dalla prima volta. Sarà che io sono particolarmente suscettibile ai rumori delle case in cui abito, ai pericoli rappresentati da fili elettrici, contatori e alle noie causate delle tubature gocciolanti… non dico di più, ma se la gioca anche con i primi due (che forse sono però irraggiungibili!).
2. Il richiamo di Cthulhu
Ricordo ancora quando lessi questo racconto la prima volta. E confesso che accadde quando stavo ascoltando gli album dei Metallica per la prima volta e l’attenzione mi cadde su quello strano titolo di Ride the Lightning: The Call of Ktulu. Chi diavolo era questo Ktulu? Se amate il genere e non avete mai letto questo racconto, be’, rimediate subito! Masterpiece.
1. Nyarlathotep
Ho perso il conto delle volte che ho recitato ad alta voce l’ultimo paragrafo. Il pantheon di Lovecraft prende forma in un crescendo di parole blasfeme, periodi contorti e visioni deliranti. Insomma: cosa chiedere di più? Non resta che stare in silenzio ad ascoltare la «detestabile cacofonia al cui ritmo danzano lenti, goffi e assurdi i giganteschi, tenebrosi ultimi dèi». Superlativo.
Il link
Godetevi tutto Il richiamo di Cthulhu, letto da Valter Zanardi: qui.