Predire le epidemie
Per il magazine di Treccani Il Tascabile ho intervistato Alessandro Vespignani. Professore di informatica e fisica alla Northeastern University di Boston, dove dirige il Network Science Institute, lavora nel campo dell’epidemiologia computazionale. Tenta cioè, grazie all’intelligenza artificiale e agli algoritmi di predire l’evoluzione delle epidemie.
Insieme al suo gruppo di ricerca ha studiato l’epidemia di “influenza suina” del 2019, l’epidemia di ebola del 2013-2014 in Africa Occidentale, l’epidemia di virus Zika in Sud America nel 2016. In queste settimane è al lavoro per comprendere l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19, il nuovo coronavirus il cui outbreak si è verificato probabilmente nella città cinese di Wuhan.
Il libro
Di questi temi Alessandro Vespignani ha scritto nel suo saggio, uscito nel 2019 per Il Saggiatore: L’algoritmo e l’oracolo. Così come spiega nell’intervista, Vespignani spiega nel libro che i dati ottenuti mediante i dispositivi che noi usiamo giornalmente (smartphone, navigatori GPS, social media) sono fondamentali per predire l’evoluzione delle epidemie.
Ma non solo. Questi dati vengono in piegati in maniere decisamente meno benigne, come nel caso della profilazione per scopi commerciali o, ancora peggio, di manipolazione politica o ideologica. Sorgono quindi nuovi interrogativi, che riguardano l’etica stessa del prevedere.
L’intervista
Potete leggere l’intervista cliccando qui. Tengo molto a ringraziare Alessandro Vespignani per la gentilezza e la professionalità che ha dimostrato nel realizzare questa intervista. Se avete tempo, vi consiglio di ascoltare questo intervento di Vespignani, realizzato durante un evento TEDx.
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