Tutti a New York per il clima
Dal 21 al 23 settembre a New York si terrà il summit sul clima voluto dal segretario generale dell’ONU, António Guterres. Si tratterà del vertice internazionale più importante dell’anno per quanto riguarda il clima, anche perché precederà di poco la COP25, prevista per le prime settimane di dicembre in Cile.
Come sempre quando c’è di mezzo il clima, ci sono luci e ombre. I toni sono, ancora una volta, caratterizzati dall’urgenza e dalla necessità di passare all’azione, con impegni concreti da parte dei vari paesi. Dato che saranno presenti oltre 60 leader mondiali, l’occasione sembrerebbe delle più ghiotte. Tuttavia, ancora una volta, ricompare lo spettro della “tigre senza denti”, come venne definito il Protocollo di Kyoto nell’ormai lontano 1996.
Facciamo l’appello
Come sempre, il solo appello iniziale dei presenti fa storcere il naso. Su tutte, spiccano le assenze di Donald Trump e Jair Bolsonaro. Sappiamo che ai leader di USA e Brasile questo genere di incontri non piace e sappiamo anche che le loro politiche riguardanti ambiente e cambiamento climatico sono improntate sul negazionismo e sullo sfruttamento intensivo delle risorse primarie. Non si farà vedere nemmeno Scott Morrison, primo ministro di un paese, l’Australia, che non si può considerare virtuoso per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente, clima in particolare.
Per l’Italia ci saranno il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’ambiente Sergio Costa. I due stanno lavorando con il nuovo esecutivo all’ormai noto decreto legge sull’emergenza climatica che, è notizia di ieri, è già slittato perché è necessario trovare i soldi per renderlo efficace. Una battuta d’arresto che speriamo possa risultare soltanto temporanea, dato che l’Italia ha bisogno di un segnale politico forte sul tema ambientale e che questo tema pare essere uno dei pochi “collanti forti” del Conte bis. Staremo a vedere.
Greta e i nuovi scioperi per il clima
A New York ci sarà Greta Thunberg. Ci è andata in barca a vela attraversando l’Atlantico, ricordate? Lei e 100 giovani leader del clima provenienti da tutto il mondo daranno vita a una grandissima manifestazione nella Grande Mela, convocata per il prossimo 27 settembre. Sarà un altro Fridays For Future, un altro evento mondiale che porterà i giovani nelle piazze di città e metropoli.
L’ondata di scioperi e manifestazioni innescati dalla protesta della giovane attivista svedese ha portato finalmente la popolazione, con i giovani in testa, a popolare le piazze del mondo. Si tratta di una voce, restata silente per molti anni. Non saranno certamente le voci di milioni di persone a impedire la scomparsa del ghiaccio artico e la sesta estinzione di massa in corso, bensì la pressione politica che sapranno esercitare su una classe dirigente che è chiamata, oggi, a definire obiettivi ambiziosi e stilare protocolli stringenti. Il problema è che alcuni non sono soltanto sordi, sono proprio assenti all’appello. Nel frattempo, è bene che iniziamo a immaginare i dettagli della nostra esistenza nell’Antropocene.