Qualche settimana fa Science e il New York Times riportavano la notizia del ritrovamento, nelle Filippine, di uno zifio spiaggiato (Ziphius cavirostris, un cetaceo di medie dimensioni). I ricercatori, giunti sul posto, hanno analizzato la carcassa del mammifero marino, rinvenendo nel suo stomaco circa 40 chilogrammi di plastica. Tale massa avrebbe contribuito alla morte dell’animale.
Nel Mediterraneo la situazione non sembra diversa. Giovedì scorso, a Porto Cervo, è stato rinvenuto un capodoglio, spiaggiato. Una femmina di 8 metri di lunghezza, del peso di oltre sette tonnellate, incinta, aveva nello stomaco circa 22 chilogrammi di plastica. La poltiglia, riporta La Stampa, ha occupato due terzi del suo stomaco, andando probabilmente ad alterare i meccanismi della digestione.
I dettagli sul bando sulla plastica monouso proposto dall’UE e approvato dal Parlamento europeo, che va a costituire circa il 50% della plastica dispersa in mare, sono disponibili su Galileo e sul sito del WWF. Le norme prevedono il divieto della vendita di prodotti monouso dal 2021 e altre limitazioni riguardanti la plastica.
Che tristezza dover constatare ogni giorno che l’uomo è la causa principale della morte di migliaia di innocenti animali e pesci. A quanto pare il mare è ormai sommerso da quantità inimmaginabili di plastica che produrranno danni incalcolabili per i prossimi decenni. Poveri pesci.
Un saluto
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Sì, la plastica è davvero uno dei principali problemi che dobbiamo affrontare per salvaguardare la salute di mari e oceani. Non sarà un compito facile, come dimostrano tutti questi ritrovamenti, oramai sempre più frequenti. Grazie del commento.
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