#Lo Strillone – Polpi, tecnologia, morte digitale e… Chthulucene!
Benvenuti a un nuovo appuntamento con #Lo Strillone. Qualche tempo fa vi avevo parlato di alcune novità editoriali che hanno trovato posto sugli scaffali delle librerie italiane negli ultimi mesi. Questa volta, complici alcuni leak che mi hanno stuzzicato l’appetito, vi presenterò cinque saggi in via di pubblicazione nelle prossime settimane.
Argomenti? I più svariati: dall’intelligenza dei polpi allo Chthulucene (!?), passando per la morte digitale. Per collegare i temi trattati in questi testi dovremmo tracciare una linea alquanto irregolare che tocchi discipline quali neuroscienze, tecnologia, filosofia, estetica e narratologia (e l’elenco potrebbe continuare). Pronti? Via.
Mark Fisher, The Weird and the Eerie
(Minimum Fax, qui)
Di Mark Fisher si è parlato molto negli ultimi tempi, soprattutto dopo la pubblicazione in Italia di Realismo capitalista (Nero Editions). A breve arriverà nelle librerie anche il suo ultimo saggio, dedicato a due concetti, il weird e l’eerie per l’appunto, che riguardano il fascino che proviamo verso alcune forme artistiche (letteratura, cinema, musica) e che ritroviamo, volenti o nolenti, anche nel mondo fortemente antropizzato nel quale viviamo ogni giorno. La nota introduttiva di Gianluca Didino, gran lettore di Fisher, ci consentirà di immergerci meglio nell’opera di un grande pensatore.
Davide Sisto, La morte si fa social
(Bollati Boringhieri, qui)
Da un pezzo attendo il saggio di Davide Sisto sulla morte digitale. Il filosofo torinese ci guida alla scoperta del più grande cimitero digitale del mondo: social network, chat, siti web. Al giorno d’oggi, spesso, alla morte fisica segue una sopravvivenza digitale, nella quale il defunto viene ricordato e celebrato o semplicemente continua a esistere attraverso i post che ha scritto, le fotografie che ha condiviso e le sensazioni alle quali ha dato voce attraverso le innumerevoli app utilizzate in vita. Come possiamo, oggi, ripensare la morte alla luce dell’avanzamento tecnologico? Non resta che leggere il libro.
Donna Haraway, Chthulucene
(Nero Editions)
Trattasi del saggio della filosofa americana dal titolo Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene. La copertina dell’edizione italiana non è stata ancora resa nota nella sua versione definitiva, ma è probabile che i ragazzi di Nero Editions ci delizieranno con un’altra perla grafica. E il libro? La Haraway interviene nel dibattito ecologico introducendo un nuovo termine, forse destinato a diventare celebre quanto Antropocene: Chthulucene (i fan di Lovecraft, almeno loro, apprezzeranno di sicuro). Da leggere dopo aver assimilato per benino Iperoggetti di Morton.
Peter Godfrey-Smith, Altre menti
(Adelphi)
Dopo Carl Safina Adelphi ci delizia con la seconda uscita della novella collana Animalia (di cui vi avevo già parlato). Il libro è un vero pezzo da novanta, che ha fatto parlare di sé negli ultimi tempi (è del 2016). Soggetto dello studio di Peter Godfrey-Smith, filosofo della scienza australiano di fama mondiale, sono i cefalopodi (polpi, seppie…); sono animali dalla straordinaria intelligenza più volte comprovata e, al tempo stesso, esseri filogeneticamente molto lontani dall’uomo. A che cosa può condurre l’indagine su menti animali così distanti dalla nostra? Bisogna scoprirlo leggendo. Una bella recensione di Erica Onnis all’edizione inglese è stata pubblicata qualche mese fa su Philosophy Kitchen (la trovate qui).
Mark O’Connell, To be a machine
(Adelphi)
Mark O’Connell ha scritto un libro in cui tenta di comprendere e di esplorare l’universo transumanista. Quindi, in quella che sarà la traduzione italiana di To Be a Machine, ci saranno le storie di coloro che sperano di sopravvivere alla morte grazie al supporto della tecnologia e che grazie a finanziamenti cospicui tentano di trovare una soluzione tecnico-farmaceutica all’invecchiamento e alla malattia, piaghe che impediscono all’uomo di campare mille anni. A giudicare dalla recensione del Guardian, il libro è pieno di figure memorabili ai limiti del ridicolo. Non vedo l’ora di incontrarle!
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