Secondo il guru degli sceneggiatori Robert McKee – autore del saggio Story, che vi consiglio di leggere se amate il cinema e la difficile arte dello scrivere copioni, qui – un film diventa un’opera poetica nel momento in cui chi lo scrive vi inserisce un sistema di immagini. Che cos’è un sistema di immagini?
Un sistema di immagini è una strategia di motivi, una categoria di immagini impresse nel film che si ripete visivamente e sonoramente dall’inizio alla fine, con persistenza e grande variazione, ma con altrettanta grande sottigliezza; è una forma di comunicazione subliminale che rafforza la profondità e la complessità dell’emozione estetica.
Anche in alcuni romanzi è presente un robusto sistema di immagini, in grado di accrescerne la potenza comunicativa. Confesso che negli ultimi tempi non ho letto libri tanto forti sotto questo punto di vista come Dimentica di respirare, di Kareen De Martin Pinter, ultima uscita della collana di narrativa Tunué curata da Vanni Santoni.
Il romanzo narra la storia di Giuliano, apneista alle prese con un record da battere e un passato pesante come un macigno. Il mantra di Giuliano è semplice quando efficace: dimentica di respirare, dimentica di respirare, dimentica di respirare. Là sotto, nel blu profondo del mare, il protagonista trova la sua ragione di vita, ma ogni immersione altro non è che un modo di confrontarsi con la propria interiorità: la colpa, il passato e le paure tornano, inaffondabili, ogni volta.
Viene in mente Baudelaire:
Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer.
Sempre il mare, uomo libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell’infinito svolgersi dell’onda l’anima tua,
e un abisso è il tuo spirito non meno amaro.
(Il mare, ne I fiori del male)
Il sistema di immagini del libro ruota intorno al respiro. Respirando si vive, ma in apnea bisogna dimenticare di respirare. Giuliano, ad un certo punto, è costretto ad affrontare una malattia che riguarda proprio il respiro, i polmoni, e questa malattia lo porterà altrove, dove dovrà decidere se smettere o meno – ancora una volta – di respirare. Inoltre, durante l’apnea bisogna lottare contro il pensiero, contro il ricordo. Bisogna trovare qualcosa a cui pensare. E là dentro, nel mare, può emergere soltanto una cosa: lo spettro del passato. Il respiro è vita, ma a volte dobbiamo smettere di respirare per poter ascoltare noi stessi.
Un libro da leggere. Consigliatissimo.
