Il progetto
Siamo in pieno rinascimento per quanto riguarda il mondo delle riviste letterarie. In Italia spuntano come funghi – online, offline, su carta, su Facebook – andando ad allargare i ranghi di un battaglione già numeroso ma che forse aveva bisogno di nuove idee e di nuove spinte. Come sempre, il ventaglio delle proposte è ampio e diversificato per qualità, struttura e meccanica di funzionamento: si va dalla piccola rivista che, messa in piedi una redazione, lavora con testi di esordienti e di aspiranti scrittori, al progetto curato in ogni dettaglio che pubblica i lavori di autori già noti al pubblico.
The FLR, o The Florentine Review (qui il sito), è un progetto ambizioso di cui la narrativa italiana aveva disperato bisogno. Oltre a essere una rivista che accoglie i testi (racconti e poesie) di autori italiani di “prima fascia”, si pone l’obiettivo di arrivare là dove gli autori del Bel Paese raramente arrivano: il mercato estero, nello specifico quello anglosassone. Per cui, ogni numero della rivista (che è tematico) raccoglie sia i testi in italiano che le loro traduzioni in inglese, affidate a un manipolo di valenti traduttori.
Il primo numero, Invasione, ha visto la luce poco più di un anno fa; il secondo, Desiderio, dalla copertina aliena e pruriginosa, è disponibile dal mese di marzo 2017. Diretta da Alessandro Raveggi e forte di un comitato editoriale di tutto rispetto, The FLR è sobria nell’impaginazione quanto nelle splendide illustrazioni che accompagnano i testi. Per ora ogni numero è composto “a chiamata”, ma i curatori hanno annunciato che presto andranno alla ricerca di autori anche tramite bandi. Il terzo numero, Sacro, sarà disponibile il prossimo gennaio; sappiamo già che ci sarà Giordano Meacci fra gli autori.
The FLR n. 1 – Invasione
Illustrazioni di Viola Bartoli
Non si può commentare il primo numero di The Florentine Review senza partire da un nome: Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista italiano scomparso lo scorso 26 novembre a soli quarant’anni. In molti hanno ricordato lui (qui, su minima&moralia ha scritto di lui Nicola Lagioia; qui Nadia Terranova su Doppiozero), la sua ricerca e i temi gli stavano a cuore. The FLR vi offre la possibilità di leggere le sue parole: Il tenente di vascello è un racconto ambientato là dove il tema del numero è caldo, contemporaneo. Un Mediterraneo che, solcato com’è da bagnarole e gommoni carichi di esseri umani alla deriva, diventa luogo controverso, carico di ambiguità.
Luca Ricci ha scritto il racconto di questo numero che mi è piaciuto di più: Una rampa di scale. La prosa dell’autore de I difetti fondamentali (Rizzoli) ha il potere di scaldarmi, come una tazza di tè. Nelle mani dei suoi narratori mi sento al sicuro, e riesco a godermi appieno il piacere della lettura. Al contrario, i testi di Elena Varvello non riescono mai a convincermi del tutto: li sento freddi, calcolati al millimetro, organizzati e scritti con tale precisione da risultare asettici. Febbre, dunque, non mi ha particolarmente colpito. Ci sono invece riusciti Filippo Tuena ed Elisa Ruotolo, autori capaci di sfidare il tema con un paio di racconti assai originali, sebbene Gli assedi e la difesa (il titolo di Tuena) l’abbia percepito un tantino ostico da digerire nel suo complesso – forse, a causa del linguaggio. Menzione speciale a Luciano Funetta, la cui scrittura è un’ottima generatrice di atmosfere: La conversione di Twiga è un racconto “post-” assai sguazzante e inquietante al punto giusto.
Chiudono le due poesie, di Marco Simonelli (Previsione di pioggia) e di Mariagiorgia Ulbar (L’invasione); quest’ultima dedica i suoi versi nientemeno che a un uovo:
L’uovo è muto, non mi parla, non si esprime
l’uovo vince solamente
un uovo solo solo solo eterno
chiuso, feroce che non parla
eppure è più di me e più potente.
The FLR n. 2 – Desiderio
Illustrazioni di Adam Tempesta
Desiderio. Desiderio Desiderio. Quale tema più bello di cui leggere? Leggere è desiderio. Desiderio è avere tra le mani un bel racconto illustrato magnificamente. Desiderio è ciò che resta al termine dello scritto di Claudia Durasanti, Le mie telefonate erano brevi (il migliore, secondo me, di questa seconda raccolta). Mi ha ricordato alcuni testi di Amy Hempel e mi ha lasciato addosso la voglia di leggere Cleopatra va in prigione (Minimum Fax), volume che da tempo mi guarda languido dagli scaffali di innumerevoli librerie.
La mia doppia anima è rimasta affascinata (quella dell’entomologo) e terrorizzata/deliziata (quella dell’amante dei libri) dagli insetti mangiucchia-carta (Paper-Bugs!) di Alcide Pierantozzi; il suo è un gran bel racconto il suo, genera immagini che, son sicuro, mi rincorreranno per giorni.
La coppia Sfere–Wild, rispettivamente di Alessandra Sarchi e di Sergio Nelli, non è riuscita a stuzzicarmi a dovere, nonostante mi sia piaciuto l’incedere del primo racconto. Un discorso a sé, invece, lo merita il racconto di Marco Rossari, autore e traduttore che stimo molto e che non vedo l’ora di approfondire. La persona accanto incede accrescendo, riga dopo riga, l’ansia del lettore (la maestria dell’autore è evidente); il finale, però, mi ha lasciato perplesso: non ho capito se chiuda in modo egregio un perfetto divertissement letterario oppure mi abbia lasciato in bocca un pizzico di insoddisfazione. Ci penserò su.
Mi è piaciuto il racconto-biografia dal sapore borghesiano di Edgardo Franzosini, 17.000.000 parole, ma speravo che l’autore entrasse maggiormente nel dettaglio della produzione patologica di Arthur Crew Inman.
Per quanto riguarda le poesie: Spazio di Antonella Anedda mi è sembrata un buon fulmine; in Craving Antonio Turolo dà questa immagine del tema, che mi pare adatta per chiudere questa doppia recensione di The FLR, progetto che, spero vivamente, avrà un futuro roseo e duraturo:
Ti prende all’improvviso il desiderio
come la palla schizza su veloce
dentro quei mega-flipper luccicanti.