Ci siamo! Fra pochissimi giorni sarò nella bella Firenze per tenere un workshop all’Accademia di Belle Arti del capoluogo toscano. Si tratta di un laboratorio di scrittura sperimentale che vedrà coinvolti studenti dell’accademia in un’attività extra-curriculare; tale attività permetterà loro di addentrarsi in un territorio diverso da quelli su cui generalmente si aggirano e di accumulare qualche credito extra.
Perché Filtri narrativi? Quando ho proposto il progetto alla Consulta degli Studenti, l’ente che si occupa di gestire queste attività in seno all’Accademia, mi premeva tentare una fusione fra il mondo della scrittura e quello dell’arte figurativa. Alla fine ho optato per un’attività che prevedesse un’ampia dose di attività pratica e non fosse un mero laboratorio di scrittura creativa. I partecipanti dovranno sì confrontarsi con la scrittura, le sue tecniche e le sue insidie, ma soprattutto dovranno tentare di utilizzare le parole come un filtro in grado di connotare, dettagliare, colorare e illustrare la realtà che si troveranno di fronte. Mantengo un minimo di mistero perché mi pare giusto che un laboratorio di questo tipo venga svelato nella sua interezza durante il suo svolgimento.
Dato che si tratta di un laboratorio chiuso e rivolto ai soli studenti dell’Accademia, terrò un diario qui su La Linea Laterale nel quale riporterò impressioni, riflessioni e spunti emersi durante i quattro giorni di Filtri Narrativi (il laboratorio avrà luogo dal 6 al 9 novembre).
Di seguito riporto alcuni spunti contenuti nel progetto (la scheda sul sito dell’Accademia si trova qui) che ho presentato lo scorso dicembre.
La manipolazione grafica delle immagini mediante app dedicate (Instagram, Prisma…) o tramite programmi specifici (Photoshop, InDesign…) gode oggi di grande popolarità e può contare su una vastissima rete di utenti e utilizzatori, specialisti o meno che siano. Inoltre, la possibilità di diffondere fotografie modificate grazie a social media e dispositivi mobile accresce il bisogno di caratterizzare le immagini, modificandole nei modi più disparati al fine di dare loro una precisa connotazione. La popolarità raggiunta da un social network come Instagram ha reso palese quanto fosse vincente il connubio fra la manipolazione delle immagini mediante filtri grafici e la loro condivisione in rete.
Nonostante il contesto odierno sia dominato dalle immagini e dalla loro forza comunicativa, la scrittura resta ancora uno dei più potenti mezzi di trasmissione di informazioni (l’azione del comunicare) ed emozioni (l’azione dell’esprimere) grazie al potere evocativo su cui può contare. Un testo scritto consente a chi lo legge di ottenere una grande quantità di informazioni ed emozioni, dati fondamentali che gli consentono di costruire nella propria intimità una visione personale del soggetto di cui il testo parla. Sotto questo punto di vista, il testo scritto funziona in modo simile a un filtro grafico, cioè applica all’oggetto (in senso lato) che vuole descrivere una determinata connotazione. Sarà compito del fruitore di quel testo completare l’opera, colmandone i vuoti grazie alla propria individuale elaborazione.
Di frequente un testo è redatto utilizzando al minimo il potenziale evocativo di cui dispone, riducendo notevolmente la quantità di informazioni e suggestioni emotive che sarebbe possibile comunicare al fruitore finale. È possibile modificare e accrescere la capacità comunicativa di un testo, agendo sia sulla tecnica utilizzata (quindi sul linguaggio) sia sulla capacità personale di scrivere in modo evocativo, creando cioè le connessioni narrative necessarie affinché il testo diventi efficace. La buona riuscita di un testo, che influisce in modo diretto sulla percezione del lettore, è la chiave per raggiungere una forma comunicativa completa, arricchente e, soprattutto, emozionante; condurre un determinato messaggio (una sensazione, una sfumatura, un dettaglio) a destinazione significa poter condividere con l’altro la nostra visione intima del mondo circostante.
Filtri Narrativi è prima di tutto un workshop di scrittura che mira ad accrescere la capacità di redigere testi efficaci. Mediante sessioni teoriche e pratiche permette ai partecipanti di confrontarsi con l’ardua sfida della comunicazione evocativa, sondandone ogni aspetto e ogni sfaccettatura. Migliorare un testo significa perfezionare la propria abilità comunicativa, e significa anche accrescere la propria capacità di connessione con l’altro mediante uno strumento in grado di trasformare parole e frasi in veri e propri filtri.
A presto, dunque.