Durante l’ultima edizione del Salone del Libro di Torino (sì, quella di Lagioia, e dell’orgoglio bogianen; l’ho raccontata qui ) vidi la copertina azzurra di questo saggio allo stand Nottetempo. Mi attirò il titolo, perché mi ricordò all’istante l’immenso romanzo di Ben Lerner Nel mondo a venire. Non mi tirai indietro.
Ho letto il testo. Anzi, per essere più precisi dovrei dire che l’ho divorato. Per me, che sono un biologo innamorato delle storie, questo testo è stato un piacere continuo e una gioia. Scienza, filosofia, critica letteraria e cinematografica: il tutto frullato ben bene per ottenere una panoramica sull’immaginario “della fine” che caratterizza i nostri tempi.
Ecco dunque la recensione che ho scritto di questo lavoro dei filosofi brasiliani Déborah Danowski ed Eduardo Viveiros de Castro, Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine. Testo impeccabile per quanto riguarda la parte scientifica ed estremamente accattivante nel proporre un approccio multi-disciplinare. Insomma: un testo da leggere.
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